mercoledì 30 aprile 2014

Informazione e Giornale: tra nascita e menzogne

In una società sempre più satura di messaggi, parole, immagini, slogan e idee, che ruolo ha l’informazione? L’informazione ( dal sostantivo latino informatio(-nis) (dal verbo informare, nel significato di "dare forma alla mente", "disciplinare", "istruire", "insegnare")nasce probabilmente con l’uomo stesso. 
Prima trasmessa esclusivamente attraverso la parola orale, poi anche in forma scritta, arriva ad essere fondamentale per l’individuo stesso, sino a diventare persino indispensabile. 

Non a caso sembriamo crescere in una società  in cui il lavoro manuale sembra essere stato in parte sostituito da quello della mente, capace di cose prima inimmaginabili.
Ma se è vero che l’informazione viene considerata persino indispensabile, non lo diventa altrettanto capire come questa si sia diffusa a macchia d’olio, e condizioni così profondamente oggi le menti degli individui?
La più grande diffusione di informazioni sembra nascere in parallelo a quella della nascita del giornale, primo strumento, appunto, di informazione di massa.

Il giornale è una pubblicazione periodica, in forma cartacea. Il termine deriva appunto da “giorno”, che indica la frequenza di pubblicazione.
In Europa il primo giornale apparve all'inizio del XVII secolo. Intitolato “Relation aller Fürnemmen und gedenckwürdigen Historien” ("Resoconto di tutte le notizie importanti e memorabili"), uscì a Strasburgo (all'epoca città di lingua tedesca) nel 1609 per opera dell'alsaziano Johann Carolus. 
Il formato era piccolo, le pagine da 4 a 8, veniva stampato su una sola facciata, divisa al massimo in due colonne ed era assente di titolazione. 
Le notizie riguardavano sovrani (o comunque nobili), apparivano in ordine cronologico ed erano ordinate in base al paese d'origine. Vi erano anche illustrazioni di battaglie.
Il primo quotidiano fu la “Einkommende Zeitungen”, che aveva come sottotitolo:  Resoconto degli affari di guerra e del mondo. Fondata nel 1650 a Lipsia dal libraio Timothäus Ritzsch come settimanale, passò alle uscite quotidiane nel 1660.
Il giornale più antico tuttora esistente è la “Gazzetta di Mantova”, fondata nel 1664.
I quotidiani trovano maggiore sviluppo nel corso del Settecento, in corrispondenza della Rivoluzione Industriale e di quella francese.
La nazione che vede la loro maggiore diffusione e crescita di importanza è l'Inghilterra, dove la quotidianità delle pubblicazioni si riflette anche nei titoli delle riviste nate in quegli anni, come il “Daily Couran”t del 1702, il “Daily Postdel 1719 e il “Daily Journal” del 1720.
Sempre in Inghilterra nascono i primi giornali della sera, pubblicazioni trisettimanali dedicate alle zone lontane dalla capitale londinese, e le prime forme di giornalismo leggero, con il periodico “The Tatler e lo “Spectator diretto da Joseph Addison. clicca qui.


Ma quanto, in una società in cui le immagini sembrano prevalere sulle parole, e il digitale sulla carta, è importante la presenza dei giornali nei nostri giorni? In realtà ancora moltissimo. Sembra infatti che ci siano ancora un numero non indifferente di persone che preferiscono tutt’oggi l’informazione di un quotidiano piuttosto che quella di una telegiornale, in quanto l’informazione sembra rimanere più impressa nella mente, probabilmente perché richiedente di un maggior tempo per l’apprendimento.


La domanda però sorge spontanea, quanto in realtà quest’informazione è vera? Quanto non è mediata da manovre politiche ed economiche a noi poco note? La risposta potrebbe addirittura sconcertare se pensiamo che nel 2014 siamo il 49esimo Paese nella classifica della “Libertà di stampa”, dopo Romania, Nigeria, Sud Africa. Quanto, quindi, anche l’informazione cartacea può in realtà essere fittizia e decisamente poco veritiera? Moltissimo. Tocca quindi all’individuo leggere comodamente un quotidiano con un attento occhio critico, senza mai dimenticare che una vera informazione vale probabilmente più di cento false notizie. 

Cannone Salvatore.

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